martedì 20 gennaio 2009

I muri


Mai fatto caso a quanto fossero sottili. Anche quelli dei villini a schiera. Anche i miei.
Stasera, a meno di una settimana dai trent’anni, l’ho scoperto.
Se la gente non fosse imperfetta non so davvero cosa vivrebbe a fare.
Chiudendomi la porta di casa alle spalle, mentre mamma m’urlava dietro non so cosa, l’ho scoperto. Un attimo c’era, l’attimo dopo non c’era più. Cioè sì, c’era, ma solo perché sapevo che ci doveva essere e ne ho saputo trovare la striscia sottilissima di bava.
La sua voce, dico.
Ho sbattuto la porta apposta, per protestare contro quella voce. Che mi criticava e mi ammoniva e mi ricordava ancora una volta che non sarò mai grande. Mai quanto lei. Resterà sempre la tartaruga che la mia lepragine non può raggiungere.
Mamma.
Che è infelice, e quanto, ed è anche colpa mia. Colpa? Mia poi? È lei che ha scelto di dedicare la sua vita solo ad amarmi, che ha fatto della sua esistenza un verbo transitivo senza complemento espresso. Un assoluto. Amore.
Voleva solo che fossi felice. Ma che lo sia senza di lei la fa impazzire. Perché soffre un dolore giusto, naturale, inappellabile, sperato.
Qualcuno ha detto che bisogna starci attenti ai desideri. Se poi s’avverano sono cazzi.
Io l’ho guardata per anni volere e disvolere la stessa cosa: alzarsi presto, farmi le merende e pagarmi i pastelli Giotto solo perché crescessi. Mettersi distesa sul mio letto, cantarmi le canzoni e farmi il bagno solo perché restassi la bambina rosa e promettente nella bolla di quell’attimo.
Io l’ho sempre saputo quanto e come la facevo soffrire. Ero io, era il modo in cui ero fatta, la mia normalità a sconvolgerla.
Povera mamma: così docile e nervosa, così dodecafonica.
Per essere equa avrei dovuto darle la mia vita. Saremmo state pari.
Ma per essere giusta dovevo vivere per me, solo per me. Perché è tutta qui la differenza: lei sta nella mia vita, io SONO la sua.
Mamma.
Domani sono sette anni che sei morta.

6 commenti:

  1. la balbuzzia nell'acquagym si propaga piu lentamente, appianando le differenze logopediste di classe,come diceva Marx

    vorrei ingiuriarti ma aspetto il prossimo post

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  2. il tuo blog andrebbe insaccatto sotto la teca dell'ara pacis

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  3. Quando è il cuore a scrivere, è difficile commentare.
    Allora ti sorrido attraverso lo schermo....

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  4. quando è matteo a sorridere davanti allo schermo, è difficile commentare..

    preferisco guidare scalzo la smart

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  5. ma ce l'avete con me? Ehi voi, ce l'avete proprio con me?
    il ferroviere scalzo si sa che è un pessimo provocatore che cerca di mascherare un ottimo pubblicatore (ma a questo punto credo non lo faccia solo per fare dispettoa me!)mentre ai commenti di Matteo mi devo abituare ... si vede? che ti sorrido anch'io dico ... mi vedi?
    Ma chi è quella testa pelosa là dietro? PETER?!
    grazie, aspetto di leggervi (e di rivedervi, ovvio)

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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