mercoledì 7 gennaio 2009

Ida


“L’ho sentita io!”
“E che hai sentito?”
“Ridere, ridere … e certi versi come … come … come miagolare”
“Non ci credo! Il marito è ancora caldo …”
“Te lo giuro su quest’immagine benedetta che mi regalò la povera zia Lorena prima di … e ce l’ho sempre sopra il cuore. Sulla buonanima di zia Lorena: quella c’ha l’amico. O gli amici”
“Pure?!”
“Pure. Ma per chi mi prendi: Ida c’ha una parola sola, e nessuno l’ha smentita mai in cinquant’anni che stò al mondo”
“Eppure a vederla … certo è bella, è conturbante, è pure civettuola con quelle vestine colorate, ma sembra tanto onesta, tanto perbene”
“E io mica dico che non sembra. Ah no, a sembrare sembra”
“E che ti devo dire, c’avrai ragione tu”
A Ida questo bastava. Sarà che la ragione è dei fessi, e Ida tanto furba non era. Sarà che ormai ne faceva un punto d’onore e un vezzo di portare la ragione sulla lingua, come gli uomini il fazzoletto nel taschino.
Sarà che a cinquant’anni suonati, sola al mondo come una buona intenzione, brutta e con la fama d’esser brutta a Ida poco altro restava. E passava le mattine a scopare l’ingresso, avanti e indietro, avanti e indietro, a lucidare i pomelli d’ottone del portone, destra e sinistra, destra e sinistra, a spiccare ragnatele nell’androne, su e giù, su e giù. Sempre a non più di un metro e mezzo dalla strada, sempre con un orecchio e un occhio in strada. E tutti i pomeriggi erano Messa. E tutte le serate ali di pollo.
Ma al barrio non ce n’era che la odiasse: qualcuno le tirava dietro un motto, quando passava raso raso i muri, qualcuna le strillava inviperita uscendo per scrollare la tovaglia, ma nessuno ce n’era che l’odiasse.
Nemmeno un po’ di odio tutto suo era riuscita a farsi dare Ida. Campava come campano le cose, lasciandosi spostare e malamente. Quando se ne sarebbe andata, solo allora sarebbe saltato all’occhio quell’alone più scuro sull’intonaco del barrio: lì stava appesa Ida.
C’è in ogni barrio qualcuno che non mette radici e non emigra, che c’ha un modo tutto suo di starci, né dritto né di sghembo. Qualcuno che non conta come gli altri. E gli altri sono come palazzoni, chi a più piani, chi con l’aria buona di cosa antica e chi con l’aria triste di cosa vecchia. Tutti con caldi cuori di cemento.
Ida no. Stava sola, col fiato sospeso, sui cornicioni delle vite altrui.

2 commenti:

  1. Fai intonaci li dove i costoni di scogli nascondono ricci di mare.brava

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  2. e tu? tu fai il riccio lì dove l'intonaco non basta a nasconderti. Aspetto di leggerti, nuotatore in playback!

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