lunedì 5 gennaio 2009

Gelosie


Lancetta Piergiorgio di Lancetta Carlo era stato l'illustre signor nessuno del barrio.
Chi era? Da dove veniva? Che lavoro aveva fatto (perché che ora non ne facesse nessuno era chiaro a tutti)?
Mistero.
Di lui si sapeva solo che divideva l'appartamentino di via dei Campi Flegrei con lo stravecchio padre ("Lancetta Carlo signore", come lo si sentiva ripetere di quando in quando mentre annaffiava i vasi del balcone in vestaglia e cappello d'alpino) e la giovane, rosea, morbida, tiepida, cipriata Marianna.
Per il resto faceva una vita sufficientemente ritirata da scansare buona parte della lecita curiosità di un vicinato che le aveva provate tutte: domande lasciate cadere con un fare tremendamente distratto, tentati approcci all'edicola, bottoni attaccati mille volte e mille volte miseramente precipitati a terra, lunghi, estenuanti appostamenti dietro le gelosie socchiuse.
Niente.
E Lancetta non concedeva nemmeno la magra soddisfazione di mostrarsi spazientito.
"E quella?"
"Ma sarà la figlia!"
"Che figlia e figlia! Io mia figlia mica la guardo così!"
"Così come?"
"Così ... così!" E dagli a strabuzzare gli occhi e socchiudere bavosamente la bocca.
"Beato a lui!"
"Ce l'avessi io una pupa così per casa ... "
"Per forza che non esce mai"
"Io non vorrei sapere nemmeno se è notte o giorno!"
"Certo che tanta è tanta!"
"Mado' ... roba fina"
"Ma grossa dove serve"
"Eh"
"Eh"
"Miimmooo! MIIIIIMMMOOOOO! Sempre in chiacchiera, questo sai fare! Tanto agli affari tuoi c'hai chi ci pensa"
"Femmina malefica velenosa e legnosa ..."
"Come Mariannina, eh?!"
"Ancora a parlare di gonnelle? Ancora con Mariettina come si chiama? Buona l'apostola! Che servizio che gli fa a quel povero vecchio come voi! Che a settant'anni suonati deve stare appresso a quella vampira indiavolata!"
"Povero Lancetta!"
"Oremus"
"Ridete ridete, vedrete che fine che gli fa fare ... "
"Meglio un giorno da leone che cent'anni da pecora!"
"Tanto tu asino sei, rognoso e incarognito"
E così era stato.
Magari non era stata solo colpa di Mariannina (colpa poi, averci trent'anni e sentirseli caldi mica è colpa), magari la morte del padre l'aveva abbattuto più di quanto potesse sopportare, magari le gelate di quell'inverno, magari le malelingue che gli entravano in casa come spifferi ... tant'è. Lancetta Piergiorgio passò a miglior vita, lasciando una vedova inconsolabile e una casa improvvisamente vuota, talmente vuota che faceva l'eco.
Ma un'eco strano, un'eco che sembrava rispondere con note di basso a trilli di mezzosoprano.

4 commenti:

  1. "..Il mio barrio. Così lo chiamerò il posto dove mi sentirò uno di voi e le vostre voci lontane saranno musica per il mio cuore......di modo che se fossi nel mio barrio avrei spalle su cui appoggiare le mani e orecchie a cui confessarmi e casa, e luna, e stelle che dall'alto sull'angolo del tetto dei miei vecchi mi direbbero...Fermati qua...fermati qua.."
    ...e sì che mi ci fermerò spesso in questo posto... tira un'aria così calda! E' certamente il posto giusto...
    A presto love

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  2. flavitudine?! ma è troppo bello, troppo.
    Lo sai che c'hai preso? Il barrio per me è questo: qualcosa che è tuo ma sta sopa la tua dura pellaccia. Un posto che ti lascia uscire, ma mai passare la notte fuori.
    grazie per la cortese attenzione: sei ufficialmente il primo commento del blog.
    a presto.

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  3. Il mio Barrio era così, così, così?
    E' come dire se io ero così?
    Però io me lo ricordo così!
    con Giacomin,
    il carbonaio all'angolo,
    che aveva i fornelli pieni di fuliggine
    e che giocò sempre di "jas" sinistro
    al mio fianco,
    sempre? sempre,
    ogni volta per star più vicino al mio cuore!
    Alcuni dissero una volta
    che me ne ero fuggito dal mio barrio
    Ma quando? Però quando?
    Se sempre sto tornando!
    e se una volta mi dimenticai,
    le stelle all' angolo
    sul tetto dei miei vecchi,
    tremule come mani
    amiche
    mi dissero: gordo, gordo,
    fermati qui,
    fermati qui

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  4. e tu? a che punto sei del viaggio? tu chi sei? Quello che ci stà ma non vorrebbe starci? quello stà dentro mani e piedi? quello che vorrebbe solo uscire? quello che gli manca il cuore di partire? o sei fuori e te lo ricordi, il tuo barrio, con le sue puzze strane, con i suoi gatti inzaccherati, con le donne guardate camminare, su cui fianchi tondi ti sei fatto uomo?

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