domenica 18 gennaio 2009

La conta


“ma dove sei stata? Non lo vedi che ore sono? Se lo sa tua nonna … “
“che devo sapere?”
“niente mamma, i soliti ritardi, la solita Miriam”
“e dove sei stata?”
“io lo so, io l’ho vista!”
“zitto tu!”
“dove l’hai vista?”
“all’alimentari”
“fino alle otto all’alimentari? A fare che?”
“ … “
“allora?”
E per chi in quella penombra non aveva potuto o saputo leggere i colori che andavano e venivano su quelle guance era finita lì. Perché il forno aveva di nuovo fatto bruciare tutto e i vapori neri della carne carbonizzata s’erano rovesciati fuori al galoppo, stordendo e costringendo tutti a dire la loro.
La famiglia.
Quella sera il poco appetito di Miriam, con la magra che c'era, era stato segretamente benedetto dagli altri. Che, come succede a chi si vede capitare tra capo e collo una fortuna insperata, si erano rifiutati di chiedersi perché.
“perché?”
“che domanda da femmina! Vuoi restare o no?”
“ma se ci scopre tua madre … “
“mia madre è al negozio che non si può muovere: papà è ubriaco”
“e se le serve qualcosa?”
“mi chiama”
“sì, ma io perché dovrei restare?”
“infatti non DEVI ... se vuoi … senti Miriam, io resto, tu fa quello che ti pare”
“ … ok. Che è che devo vedere?”
“guarda”
E da sotto la magliettina beige ereditata dal cugino era spuntato un cuore. Vedersi non si vedeva ma il Falchetto lo sentiva talmente contrarsi e spingere e scivolargli nella pancia che non ci poteva credere che invece lei …
“non vedo niente”
“ma come no, queste, guarda”
Trattenendo il fiato erano venute tutte a galla. Qualcuna sembrava che si vergognasse o che rabbrividisse di quell’aria oscura di scantinato e proibizione. Qualcuna invece ci stava così stretta e fiera nella pelle tirata che sembrava una quarantacinquenne alla prima uscita dopo il divorzio.
“le costole?! Mi dovevi far vedere le COSTOLE?!”
“perché? Non ti piacciono le costole?”
“sì ma non credo che nascondano un mistero!”
“lo dici tu … “
“sentiamo”
“quante ne hai?”
“non lo so”
“contatele. Basta che respiri a fondo e trattieni l’aria”
E in un istante s’era fatta donna. Con l’elastico verde tra i capelli sporchi, con i calzini bianchi risvoltati, con le gomme all’amarena in una tasca, Miriam non era più una bambina. Nemmeno lo sapeva che il Falchetto non aspettava affatto che finisse, nemmeno s’era accorta che la faccia gli si era fatta più lunga e rossa. I seni gonfi avevano riempito all’improvviso tutta la penombra.
“dodici”
“eh?”
“sono dodici. Per parte”
“non è possibile”
“perché?”
“perché io pure ce n’ho dodici per parte”
“e allora?”
“allora tu ce ne devi avere una in più”
“no”
“sì. L’ha detto il prete”
“e che ne sa il prete?”
“gliel’ha detto Dio”
“oddio … Però mi sembrano dodici”
“ricontale!”
“ricontale tu!”
“le mie?”
“no, le mie”
Da dietro le spalle Nicola la guardava. Sopra l’elastico dei pantaloni a righe iniziava subito la pelle, asciutta e bruna.
“aspetta che respiro. Vai”
La vita para, da ragazzina, magra.
Una.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.
Sei.
Sette.
Otto.
Le coppe delle mani improvvisamente piene. Mani di ragazzino. Ma piene. Di un peso troppo leggero per quella massa.
Di quella che era la prima carne della sua vita. Che avrebbe ricordato sempre. Profumata di terriccio e resina. Incredibilmente immobile e dritta, in punta di piedi sui suoi palmi già caldi di un sudore che si asciugava sul cotone del reggiseno, man mano che i minuti passavano senza che nessuno si muovesse.

4 commenti:

  1. mi avrebbe guardato ancora peggio che se non avessi un cavatappi, il tuo personaggio

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  2. dici?
    A Peter alias asparago alias Pseudonimomaneeee! allora sei tornato? ti sapevo impiegato nell'industria farmaceutica milanese, a realizzare cosmetici per certe labbra...
    va be', sorvoliamo ...
    me lo vuoi dire o no l'indirizzo del tuo blog? guarda che faccio spionaggio aziendale, ti trovo e poi ti riempo di commenti infamenti tipo "ridamme li sordi!" oppure "come hai potuto lasciarmi per quella donna ... era mia nonna!"
    sono capace di tutto, quindi ...
    attendo in linea!

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  3. andiamo per ordine, prima l'igene e poi la riforma agraria

    sono tornato, pero domani devo svegliarmi presto per un sequestro, poi devo liberarne un altro e farmi pagare il riscatto..tutto entro le 7

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  4. sei una personcina per bene, proprio per bene ...
    ma stai giocando con il fuoco gringo: o il blog o la vita!
    e poi dimmi dove cavolo posso trovarlo il libro del sardo (che a buon bisogno sei tu con un altro dei tuoi pseudonimacci maledetti)
    buon sequestro

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