venerdì 6 agosto 2010

Hanno detto di stare tranquilli 2/?


Lui si chiamava Raimondo, abbreviazione di Edmondo, italianizzazione di Edmond; l'applicato dell'anagrafe si era fascistissimamente rifiutato di riportare così come gli veniva dettato quel nome sul fascistissimo registro della fascistissima città di T., dove una sacca di NAILON copriva alla meglio ancora nell'87 l'insegna BAR, sostituita a suo tempo con un fascistissimo TAVERNA tracciato da un'ignota mano incerta.
Adesso Raimondo era lì, forse non per lei ma comunque con lei. O quasi. Dall'altro capo del ponticello la guardava soffondersi delle nuances grigie dell'asfalto, del guard rail, delle terre petrose tutt'intorno e pensava che così finalmente adesso, adesso che sull'epidermide affiorava quella sua natura ferrosa che di minuto in minuto le si ossidava addosso, adesso sì che si sarebbe somigliata.
E schiuse la bocca per dirle qualcosa che servisse; e la tappò di corsa con un toscanello che gli rimase tra le labbra inerti come un uomo tra le gambe di una vergine e che dovette fare tutto da sé: farsi fumare poco a poco da quel po' d'aria che tirava e affidarle il proprio odore perché lo trascinasse di là, da lei.
Quella lo inspirò come una bestia.
Poi stanca di guardare chiuse gli occhi.
Quando li riaprì il sole era sparito, Raimondo era sparito e il senso del mondo insieme a lui; restava una pista di fumo tracciata nella notte: la fiutò, la seguì, tornò indietro, ripartì, si fermò, tornò indietro e si accovacciò nel niente.

5 commenti:

  1. stessa storia, leggitore:
    se passi di qui, la storia t'è piaciuta e vuoi che vada avanti lascia un post (dal contenuto ovviamente libero)

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  2. Mi piace...Mi piaci...nella tua natura ferrosa!

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  3. oh, chi si rivede!
    Ma perché a te non riesco a noscondermi mai?

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