mercoledì 4 novembre 2009

Menu della casa II


Riso e patate.
La condensa che picchiava i vetri come una mosca gonfia d’estate, vorticando, ascendendo, ronzando rabbiosamente.
Erano i miei primi sei anni, ottobre di mille anni fa.
La cucina ingombra dei seni di nonna, dei suoi grembiuli, canovacci, stracci, presine, tovaglie e tovaglioli.
«Guarda i cartoni, a nonna»
«Che c’è scritto?»
«La principessa»
E non era vero.
C’era scritta un’altra frase, il titolo di quella puntata di cui non ricordo altro. Così ho scoperto che mentiva, che leggere sapeva leggere, sì, ma piano, sillabando un po’ e un po’ indovinando. Mentiva.
Non potevo capire: ho intuito. E amato con più tenerezza, troppa, quella bambina fuori taglia.
M’ha riso il cuore: sapevo.
Sapeva che sapevo: le ha riso il cuore.
Nonna, le parole accovacciate sui tuoi ginocchi, tenerezza e voglia di accudirti, di vestirti e metterti a dormire, di curarti. Nei tuoi molti anni e molti chili s’è accecata la ragazzina che eri e che sei ancora.
Che sei più ora, che ti guardo ridere per poco e farti litigiosa e canterina, venirmi incontro e arrivarmi al mento.

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